Nuovo studio sull’istruzione e la formazione delle donne migranti

Nuovo studio sull’istruzione e la formazione delle donne migranti

L’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE) è un organismo autonomo dell’Unione europea, istituito per contribuire e rafforzare la promozione dell’uguaglianza di genere.

Un’ondata migratoria verso l’UE nel 2015 – 2016 ha posto la questione in cima all’agenda politica, con gli Stati membri dell’UE che chiedono buone pratiche in materia di integrazione. Un nuovo studio dell’EIGE fornisce un’analisi di genere delle politiche sull’istruzione e la formazione dei migranti e presenta alcune iniziative di successo.

Attualmente, la maggior parte delle politiche dell’UE e degli Stati membri in materia di istruzione e formazione sono state progettate utilizzando un approccio “unico” che non fa distinzione tra le diverse esigenze di donne e uomini. Le giovani donne e gli uomini con un background migratorio hanno quasi il doppio di probabilità di rimanere senza istruzione, lavoro o formazione rispetto ai loro omologhi nativi. I ragazzi con un background migratorio sono i più propensi ad abbandonare precocemente la scuola.

Le donne sono considerate principalmente in termini di vulnerabilità, anche se le donne altamente qualificate hanno in realtà tassi di migrazione più elevati sia rispetto alle donne poco qualificate che agli uomini altamente qualificati. Gli stereotipi degli Stati membri riducono le donne migranti al ruolo di “moglie passiva” o “madre” e portano a iniziative di integrazione per le donne incentrate sulla gestione familiare. Le pratiche sul campo dimostrano che un approccio su misura può comprendere la fornitura di servizi gratuiti di assistenza all’infanzia durante i corsi di lingua o il tutoraggio da parte di altre donne migranti. Di fatto, molte iniziative di istruzione e formazione sono condotte da donne con un background migratorio.

Lo studio dell’EIGE fornisce una guida dettagliata su come l’UE e gli Stati membri possono sfruttare al meglio il potenziale delle donne e degli uomini migranti attraverso l’elaborazione di politiche sensibili al genere e prende in esame le buone prassi in Francia, Germania, Grecia, Italia e Svezia.

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